La Via “Punto Zero”
Ogni artista marziale segue un proprio cammino per giungere alla meta che si prefigge. Nella visione di Shihan Margoni questa meta non è ben definita, perché la Via del Budo, quella vera, non ha mai fine. Quello che conta è il percorso e lo spirito con il quale si affronta.
Ad indirizzare il viaggio del nostro Maestro è stato invece da sempre un trittico di connubi, come una stella polare sotto la quale navigare nel vasto e variegato mondo delle arti marziali:
- EFFICACIA E REALISMO;
- BENESSERE E SALUTE;
- TRADIZIONE E MODERNITA’.
Non poco, dunque, ma è appunto inseguendo questa stella polare, che il nostro Shihan ha a lungo camminato sulla sua Via, che prosegue oramai incessante ed ininterrotta da più di 50 anni…
Ma qual è esattamente la visione delle arti marziali del M° Margoni? Quali sono le discipline marziali che ha scelto di approfondire e per quale motivo lo ha fatto? Che cosa implementa ognuna di esse nel praticante e che cosa esattamente ha voluto mutuare da ciascuna, per poter alimentare la sua Arte?
Partiamo subito col dire che ci sono alcuni presupposti assolutamente imprescindibili, affinché le varie arti marziali praticate potessero essere assunte come branche di studio. Il primo è un presupposto di natura mentale, ossia che fossero fonti di DISCIPLINA e RISPETTO. Il secondo è di natura tecnica: sono tutte quante accomunate dalla strenua ricerca del TEMPO, della DISTANZA e dell’ATTENZIONE, ossia tutto ciò che è veramente fondamentale all’interno del combattimento.
A volersi addentrare più nello specifico, ci sono poi alcune caratteristiche che rendono le arti marziali praticate uniche nel loro genere, considerate le abilità che sono in grado di conferire al praticante che desidera approfondirle. Ecco le principali, secondo la visione del nostro Maestro, suddivise per disciplina:
- KARATE’: in opinione del Shihan, la più imprescindibile, nonché il mozzo principale dal quale è partito e dal quale consiglia tutt’ora di iniziare, perché a partire da essa sarebbe più semplice poi sviluppare anche tutte le altre. Fortifica e condiziona il corpo e la mente, implementa la resistenza fisica e insegna la corretta coordinazione, contrazione e i corretti spostamenti del corpo (Tai-Sabaki), oltre a garantire un’estrema adattabilità al combattimento;
- TAI CHI: è la via della longevità e della salute. Comporta grandi benefici alla salute e studiata dal punto di vista marziale dona grande fluidità e rapidità al movimento;
- KENDO: garantisce spirito di sacrificio e marzialità, oltre che grande atletismo, dinamicità e resistenza fisica. Conferisce l’idea della centralità e l’importanza della corretta postura del corpo atta al combattimento, sommate ad un crudo realismo;
- IAIDO: insegna cosa significa veramente tenere in mano una katana, garantisce pulizia nel gesto e nel movimento dell’estrazione e spinge al continuo perfezionamento in puro stile Zen.
- KATORI SHINTO RYU: insegna come storicamente combattevano i Samurai e l’utilizzo della stragrande maggioranza delle loro armi. Conferisce destrezza ed adattabilità estrema nel maneggio delle stesse e nel movimento del corpo a mani impegnate, oltre ad un utilizzo sicuramente più marziale e della lama.
- AIKIJUJITSU YOSEIKAN: stimola la circolarità e fluidità del movimento per poter ribaltare la forza dell’avversario contro sé stesso. Insegna a gestire gi equilibri e i baricentri per poter meglio spezzare le posizioni.
- KANDO: insegna ad applicare tre principi chiave al combattimento: controllo, immobilizzazione e sottomissione, non disdegnando il piano d’appoggio fornito dal terreno come mezzo utilitaristico per debilitare la forza dell’avversario.
Ad ogni allievo del nostro Dojo viene offerta la possibilità di calcare le orme del nostro Maestro, praticando non soltanto quella che è la disciplina più congeniale alla propria essenza, ma anche le altre; sta nell’allievo dare la propria disponibilità oraria in accordo con il Maestro e cogliere la grande opportunità che questo rappresenta.
“La disciplina che uno sceglie in principio è soltanto il punto di partenza. È il suo mozzo, il suo Punto Zero, che permettere di ramificarsi e connettersi alle altre implementandole, per formare un rigoglioso albero di abilità e competenze. Perché in fondo, sul Tatami siamo sempre tutti al punto di partenza.”
